From Perduta comodità del mondo   Translated by Paul Vangelisti
works Quest’ultima età,
l’estrema, di torpidi e desti
sia l’ovunque. Sappiatelo
però, non si ricapitola,
per cedimenti o pendii
di revocate primavere
confusamente si séguita,
invaghiti di frammenti,
ché mai si avrà l’intero,
pace nessuna
complessivamente—solo
un minuzioso districarsi,
inverar filo per cruna
o cogliere acerbo
nuovo tormento
per onorarlo, quasi
un fanciullo ulivo
che si azzardi
in rassegnato suolo,
nell’anafora dei vènti,
in sua pratica consumazione.
Un altro giorno,
nell’astrazione degli anni
e furibondo incedere del cosmo,
le stesse ore di ieri
il medesimo vociare,
tra una Venezia e una Las Vegas
siamo vivi, banalmente vivi,
elemosina di stelle sulla via
calesse che naufraga nel fango
uomo che implora
o incoraggia il pugnale—vivi
nell’imprudenza del vivere,
inquieti anche negli orti
di regina Lattuga.

Sarà oblío
il cigolar del carro verso i fiumi
ove convincere le trote
a eguagliar una danza—
io vi parlo volentieri,
care trote, piedi sul fondo
e corsive calligrafie
da questa canna.

Sí, c’è bisogno in Lunigiana
di lusinghe come in California,
e il mondo non si stanchi mai
dei suoi miracoli.
Another day
in the vagueness of years
and the cosmos’ furious
pace, same hours as yesterday
the same babbling.
We’re alive between a Venice
and a Las Vegas, most tritely alive,
charity of stars on a road
carriage shipwrecked in mud
man that beseeches
or incites the dagger—alive
in the foolishness of living,
restless in the gardens even
of Queen Lettuce.

Oblivion will be
the wagon’s creaking toward the river
where to convince trout
to equalize a dance—
feet on the bottom gladly
I’ll speak to you, dear trout,
with this rod’s cursive
calligraphy.

Yes, there’s a need for charm
in Lunigiana as California,
and the world would never tire
of its miracles.