Silvia Comoglio
Da Canti onirici
Sezione “Euridice”
      Da Bubo bubo
Sezione “Bubo bubo”
 
Sezione “Re Harold”
  Inedito              
Canto


Questa luce  - è enorme mondo
riposto in uno sguardo, paradiso
di  tempo  all’infinito, a misura
di frattempo: álbero che nasce
sul varco  - dell’único tuo ingresso,
nel regno in cui potremmo
- dell’áttimo narrato -  amare
sempre tutto, fino  - all’úl-tima parola

[ ]
  1.


sottile  - la gola che si apre
déntro il cieco dire, un cupo 
finire affranti  tra gli ultimi pensare,
nel márgine che tocca
ridotti  - témpi di respiri —
grido che diventa
única sostanza, úrto di preciso
pianto a bisbigliare  - l’úl-tima parola,
il geco  - da disdire

[ ]
  1.


                    ... uscimmo a téssere i leoni, i  tétti  fini fini :  a sbirciare
                    guglie e catenacci :  gli steli  - degl’álberi lucenti
                    disciolti   - nel témpo   dell’ebbrezza ...




*

La foce   ad eco di sua luce
tu pórgimi lontano, inarcando 
il témpo e la palude, baciándo 
- e ribaciando -   lo stésso 
sogno aperto,  poi —
nel suono   dell’alba furibonda
mura  - flébili nel vento -
lásciti di forme  - incise -
alla finestra. E tócca —
l’érica riaperta,  la gioia
che fólgora  - l’istante —

___
  I.V


                    ho mani nuove,  di sonno sacro
                    lúcido di bosco →  folli  -  interrogarsi -
                    pállidi di sogno —

                    —



dímmi  - se mi pensi   tra gli álberi e la notte,
se il vénto è l’égida che schiudi
piano addormentando la casa  - e il suo guardiano,
se il retro  -  del témpo prolungato
è l’último favore, o l’urlo che risponde
- errando -  lívido di volto → e dimmi
se l’álbero è disceso oltre il lungo trono
spinto sempre a vuoto sull’acqua già più grande,
a tronco del tutto ricavato
dall’ultimo guardarti, dal témpo rimasto ancora appeso
all’último guardarti, “al fóndo  - dell’úl-timo guardarti ...
  Canto 1.I


                    chi fu mondo  - di questo strano dire,
                    álbero che imbarca pause  - di luce fessurata?
                    e chi fu dire  - di quésto strano mondo,
                    pausa che si imbarca nell’álbero di luce
                    appéna  - fessurata?



*

Archétipo che mima  - enígmi -  di muta meraviglia
fu  - l’etérno -  mondo che cercavi, la lúce
che fénde in equilibrio lo sghémbo  - tétto -  della casa,
la língua   - tracciata a dirci, a dirci come avvenne
l’amore forte  - impazzito -  alla finestra, la vaga sorte
in pieno  - suo stupore - - -

- - -
  Canto 1.II


                    ... ébbi  - innanzi agli occhi
                    álberi e cerbiatti álti  e di profilo —
                    l’álba e la mia tana battuta contro muro ...



*

:→ generarti a nome del mio tempo
fu l’unico segreto, specchiato e dondolato
in sogni impenitenti  - di labbro e di fessura —
fu lava  - ai piedi già ghiacciata, l’incavo
segreto di paura    nel buio sconosciuto —
il mare!  archetipo di spazio nell’atto di dormire  [ ]

[ ]
  Canto 1.III




                    ... non badate   - a quésta notte piana, all’álba che si sfalda 
                    su térre di profonde   - múl-tiple derive :  non  al bosco,  a quanto
                    qui si inarca      ad abisso    nella casa ...



*

:→  non badate all’álbero che cambia,  alle veglie
in pura pietra    sperdute    a mezzanotte, ai visi
- i visi chiari! -  sul verbo della terra —
“non badate   - ai fusi della luna, ai palmi
che sono  móndo  apérto di materia : → il luogo
estremo della luce è l’ácqua  immóbile a riflesso,
l’ácqua che si riempie  - di píccoli bagliori, fíno,
badate,  a dilagare - - -

- - -
  Canto 1.IV


                    ... un giorno saremo strani
                    scoiáttoli di specchio: ipóstasi di notte,
                    e píccole finestre  - chiuse -  nella notte ...


*

→ dórmo, amore-dormo, la música di piume
estrema nello spazio  - álto di cicogna, la luce
la-luce-insonne,  del tempo che riveste
- a metá-fore di canto -   démoni severi, scure
effigi scure   di mondi già limati
a terre  - del tuo peso: → lánde-già-soffiate
su órme  di pí-ccoli pensieri   - silénti -  di falena,
di ómbre intatte a margherita, “a puro  régno   
di gnosi    a margherita  [ ]

[ ]
 
               
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