Francesco Balsamo | |||||||
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Da Cresce a mazzetti il quadrifoglio (Il ponte del sale, Rovigo 2015) | |||||||
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sto dentro la mattina fino al collo, così non si sa nulla di me — mi fanno luce le piante, ho il tempo delle mani che pesano le ombre — il gatto muove il cuore della testa per conversare io muovo la testa come un libro di memorie |
riflessi nello specchio facciamo l’eternità è ora che mi nascondo il giallo vivo di una frase scritta una confessione nera di fine sotto il cuscino la più grande nuvola ha l’aria stanca |
in un bosco ci arriviamo in un brusio il nostro bene in salita l’estate ha l’orizzonte tra gli alberi siamo solo all’inizio delle foglie ci vorrebbero spiegare come si tengono agli alberi certe foglie hanno la forza del sì altre la forza del no sentiamo le foglie e pure le radici le sentiamo nei granelli della lingua |
le ombre pensano sono le tempie della terra quando passano come carezze sulle case di notte svegliano finestre finestre sveglie in fila come denti bianchi sotto il sorriso della calma siatemi fedeli a turno restate sveglie (e la notte si prende tutto il vicinato) per gioco si accendono o spengono d’improvviso viste dall’alto della notte le finestre sanno baluginare come pesci, sono i piccoli pesci del giorno prima (versati nel nulla di una boccia) |
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